Rubino S. 29.930 - Sergio Rubino

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Rubino  S.     29.930
 
( Sono   un Cittadino Palermitano,testimone vivente, di questi  molti anni,di questi moltissimi giorni ).
 
 
 
Nato  il 16 luglio  del 1942,ed era giovedì 16,per i miei genitori,che erano molto  superstiziosi,vedendo avvicinare il venerdì 17,hanno vissuto  momenti molto di tensione,anche se  vi erano argomenti più  preoccupanti,come la “Seconda Guerra Mondiale “ e dunque scoppiavano  ripetutamente delle Bombe  attorno  alla  mia casa,ed mia Madre distesa sulla  “scrivania”, posta vicino al  balcone,circondata da mia nonna materna,Matilde,da  zia Olga e da una Ostetrica,si  preparava a partorirmi.
 
Il mio sesso non era conosciuto,ed la prima camicettina pronta per essere indossata, non era nè di colore  rosa, nè di colore celeste,ma  di un colore neutro,allora si  definiva scherzando “colore cane che fugge”.Appena nato  la indossai e la tenni per un po' di tempo,ma poi è arrivata quella “celeste”.che mi identificava,allora si teneva molto ed immediatamente,o al più presto ad essere maschietti o femminuccie,con tutti i problemi  che oggi conosciamo.
 
Mio Padre era  Militare,ed in divisa da Ufficiale, comandava un gruppo di soldati  in un paesino vicino la Città di Cefalù ed appena informato della mia nascita (come ? ),si prodigò Ad avviarsi per Palermo.Ho  un ricordo della narrazione del suo viaggio avventuroso ,per venire a  vedermi,che mi è rimasto in mente sino ad oggi.
 
intraprese un tormentato viaggio,credo,utilizzando  tanti  “mezzi” ,ma soprattutto camminando a piedi.
 
Di notte,in fine,percorrendo la Via Roma,è precipitato in una grande buca prodotta da una bomba ed si trovò attorcigliato da fili elettrici e pensò immediatamente che sarebbe morto all’istante,per  “ l’Alta tenzione”,ma non vi era attiva la “corrente elettrica” e proseguì.Raggiuntomi,immediatamente, volle controllare il mio stato fisico,contò le dita dei piedi e delle mani e la lunghezza  delle gambe e delle braccia,se apparissero  non simmetriche.Finito il controllo,si abbracciò con tutte,soprattutto con mia Madre.
 
Anche il Battesimo,nonostante i drammi della guerra,il Parroco di una Chiesa vicina  casa,si rifiutava  di battezzarmi con nome “Sergio”,disse  ai miei genitori che nome fosse Sergio,che è la “sieggia”  ?( la sedia),non  sapendo che vi è stato un Papa di nome Sergio e che vi è una grande  statua  all’esterno della Cattedrale di Palermo. successivamente è stato convinto da i miei Genitori ,non ricordo come e mi chiamo,sin da allora Sergio,Maria,Salvatore.
 
La  data di nascita non si sceglie,ma molti  credono che si possa utilizzare come un elemento del proprio “Curriculum”,conquistato anche con “raccomandazioni”.Se avessi potuto,mi sarebbe piaciuto  nascere in un periodo di pace e non essere,anche mitragliato da un Aereo  in piena guerra, e non stare rinchiuso,molte volte, in braccia a mia Madre  dentro a dei “Ricoveri”,insieme ad altra gente,in attesa di ascoltare  il suono della “Sirena” che ci avvertiva del  momentaneo scampato  pericolo.
 
Dal Luglio del 1942 a Giugno del 2024,non posso che essere considerato, almeno “spettatore” in senso lato,di tutto quello che è successo in questo  periodo di tempo,dalla Monarchia,al 12° Presidente della Repubblica  Italiana,Sergio Mattarella.
 
Ricordando il passato,non si può che ricordare  dei particolari,che non possono che appartenere  ad ogni individuo,ogni uno  non può che averne moltissimi  e di personali,evidentemente  differenti dagli altri,ma vi erano naturalmente, delle esperienze o delle emozioni che ci accomunano,come la ricerca del cibo,la mancanza dei servizi pubblici,un solo Pronto Soccorso che era allocato  a Piazza Marmi,forse  un  altro a Piazza Giulio Cesare,adiacente alla Stazione Centrale.Credo che vi fossero delle sgangherate  Autoambulanze,ma il ricordo mi fa affiorare le visioni di Carrozzelle al galoppo che trasportavano  dei feriti  distesi sul sedile  e il Cocchiere seduto sulla “cassetta”,schioccava continuamente la Frusta,per  farsi  notare ed evitare degli eventuali ostacoli  davanti  al suo cammino.Era la sua possibile “Sirena”.
 
Anche,con qualche  automobile  si trasportavano dei feriti,correvano,il conduttore  pigiava ininterrottamente il  “Glacson” e lo accompagnatore dello sfortunato o della sfortunata,teneva il braccio fuori dal finestrino sventolando un  fazzoletto e tutti i passanti partecipavano allo infausto incidente,seguendo la vettura con lo sguardo pieno di partecipazione al dolore e le sofferenze  della vittima.Credo che qualche  donna si facesse,per l’occasione,il segno della Croce.
 
Quando,per ritornare a casa, con i miei Genitori,a tarda sera,attraversavamo Piazza Marmi deserta e buia,vi era a volte  una finestra del Pronto Soccorso accesa,era la “Stanza  mortuaria”,mia Madre,quando capitava,mi faceva accelerare  il  passo per abbreviare  la osservazione di quel luogo,ma involontariamente mi aumentava il disaggio e la paura per quella  circostanza tragica che nascondeva quella livida fioca luce.
 
Quel luogo,era un ampio spazio  erboso di una folta vegetazione spontanea,che assomigliava ad una “Savana”,vi erano dei viottoli  formatosi dal calpestio dei  passanti ed erano tortuosi e stretti,ma era il modo  di  arrivare in Corso Camillo Finocchiaro Aprile ,dove abitavo con i miei Genitore e  a Corso Alberto Amedeo,dove
 
abitavano,mia zia Vincenzina e la cuginetta Lisetta.Mio zio Pietro,allora era dichiarato,disperso in guerra.
 
 
 
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In quello spazio erboso apparivano dei  blocchi  di marmo bianco,erano le fondamenta del nuovo Palazzo di Giustizia,la costruzione era stata fermata dalla Guerra,dopo, nel 1957 è stato  definito ed  reso attivo.
 
Quella  “Savana” è divenuta  un grande spazio urbano,come è ancora oggi,con vie e costruzioni,come il Palazzo Moncada,dove al primo piano si  era insediata la  sede dell’A.C.I. e per  opportunità,anche,alcune abitazioni sono stati abitati  da molti Avvocati ed anche  la apertura di diversi  negozi.
 
Il Corso Camillo Finocchiaro Aprile,dove ho abitato dalla nascita sino all’inizio del  famigerato “Boom economico”,dove l’accesso iniziava  da quello  spazio descritto precedentemente e si concludeva nel Rione  Noce,dove è stato un luogo di villeggiatura dei  “Nobili”,sino all’inizio  del ‘900 ed era vicino al Rione Zisa,famoso per la presenza del  Castello della Zisa voluto da Guglielmo I° e da Guglielmo II° ,circa il 1167,ma anche quel “Corso” portava  al Paese di Montelepre,famoso nel mondo  per  avere dato i natali  a Salvatore Giuliano ed essere la sua residenza  sino alla sua morte.
 
Ebbi la occasione di incontrare il bandito Giuliano negli anni ’40,presso una bottega di vino ed olio,mentre mia Madre si occupava  ad acquistare  il fa bisogno  del giorno ,io notai un frate cappuccino,che non mi convinse il suo abbigliamento e i suoi movimenti,ero piccolo, credo che non andassi  ancora a scuola,non dissi nulla,ma mia Madre il giorno dopo, ritornando a casa,mi disse che alcune sue conosceti che frequentavano le botteghe del Corso le avevano detto, che il giorno precedente il bandito Salvatore Giuliano si era visto travestito da monaco e che il fatto si sarebbe ripetuto altre volte.
 
La  mia testimonianza  del “fatto”,mi fa rilevare  due  riflessioni, la prima  è come mai tutto il quartiere riconoscesse il bandito anche travestito  e la Polizia  lo cercava e lo fronteggiava con i “Carro armati” ed la
 
seconda riflessione  è rivolta a me stesso,come mai così piccolo di età  e di già avevo la capacità di  percepire
 
elementi   che appartengono al “Linguaggio del corpo” e capirne i suoi segni da discernere e individuare i loro significati,  tra quelli  che sono comunementi  noti e reali  da    quelli  che sono mistificatori.
 
Oggi,ma non solo da oggi, rilevo che tutta la mia  vita professionale e non,la ho indirizzata all’apprendere  e approfondire,sia con la lettura e sia frequentando Scuole,Corsi,Maestri,etc.incrociando  la “Scienza” e la “Creatività” in un percorso “Interdisciplinare”, che con lo stesso entusiasmo mi ha accompagnato  sino a questo momento.
 
L’acquisizione, l’approfondimento,l’incontro con  Maestri,Professori,Artisti,”compagni di viaggio”, amicizie,mi hanno portato,sempre di più  ad  interessarmi dell’Uomo  e delle  sue interrelazioni  con il mondo che lo circonda e che mi circonda,intendendo  che desidero ricordare,le “intenzioni e non i risultati”.Gli orizzonti della conoscenza non hanno limiti,non  si raggiungono mai,sono delle “tappe” a volte,anche illusorie,ma ogni uno di noi  “vede e sente” quello che riesce  a percepire ed anche quello che riesce a comunicare.
 
Occupandomi di arte,è  centrale la “comunicazione” a  qualsiasi livello ed ovviamente,non ho potuto sottrarmi, sia  razionalmente o involontariamente ad rappresentare il “ mio tempo presente”  e sia quello “passato”. Si vive un percorso “sinusoide” del percepito,che ha un suo ritmo,come il battito cardiaco, il respiro,le stagioni,le ere glaciali,la vita e la morte,il giorno  e la notte,il “ciclo mestruale delle donne” e la sua ciclica fertilità,come negli animali e nelle  Piante.La narrazione non può prescindere di un  “prologo,di uno “svolgimento” ed un “epilogo”.Questo ritmo se non è eseguito alla perfezione non è comprensibile,come in una rappresentazione Teatrale e come in un Romanzo.
 
Mi sono molto interessato e mi incuriosisce ancora il  “Linguaggio del corpo “ che si intende,non solamente quello gestuale,ma anche quello fonetico,che ha un codice nella sua complessità ed una comprensibilità vastissima  ed è  quello  che  ha permesso,alla  sua origine lo sviluppo degli esseri viventi.
 
Dai primi del 1900,come tutti conoscono,con gli studi del Neurologo Sigmud Freud si è scoperto che vi è   l’Inconscio,con il suo linguaggio,non da tutti ancora accettato,ma è una realtà scientifica  con le sue solide scoperte.Più oggi si procede nella sua ricerca,più si comprende che conosciamo pochissimo di questa vasta materia.
 
Oggi,chi si occupa di rappresentazioni Teatrali,non può che possedere  i “ ritmi teatrali,( si hanno o non si, hanno, si possono raffinare frequentando direttamente un Maestro o meglio, alcuni  Maestri) non può prescindere dallo studiare e comprendere che oltre  la storia  del  Teatro (Drammaturgia,Costumistica,Stili dell’Arredamento, della Scenografia,della Illuministica) e le Techiniche di recitazioni,vi sono da moltissimi decenni,la conoscenza di altre “scienze”che attengono alla  “comunicazione” come:la Percezione visiva,la Semiologia,la Prossemica,il linguaggio dei Colori,la “Attenzione” del Pubblico,ma come singolo Spettatore e non come massa di  Spettatori.Papa Francesco,una settimana passata,ha bonariamente  detto,a i fedeli di Piazza S.Pietro  nella Città del Vaticano  e dal suo balcone(una verità scientifica,che la ho  appresa  nel 1980  presso “I.S.T.A” ) che non parlerà  di un argomento, non più di 8 minuti,perche calerebbe l’attenzione  per quello che avrebbe detto.E’ il tempio medio,scientificamente  sperimentato,di attenzione di un qualsiasi,ascoltatore,o spetta spettatore.
 
 
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L’Arte,e naturalmente lo Spettacolo ,non può fare a meno della “Scienza”.Questa cultura Interdisciplinare,dovrebbe essere un bagaglio di tutti i  protagonisti della “Rappresentazione Teatrale”,come: Attori,Registi,Scenografi,Costumisti,Direttori delle Luci,Critici teatrali. ( questa convinzione,che  non è solo  mia, andrebbe  sottolineata ,pure a tutti i protagonisti delle Arti  visive ).
 
Tornando a Palermo,dopo la mia nascita, ricordo,moltissimi accadimenti che ho vissuto e che mi sono stati  raccontati.Possiedo un vasta  memoria ( dichiarandola,non può essere interpretata,se non da i cretini,che è una esibizione per …? Il mio passato,intendo sino a ieri,appartiene ad un pubblico vasto e per tanto mi stuzzica, anche in questa situazione di autore di me stesso di descrivere alcune situazioni,non penalmente rilevabili,se ci fossero se  ne dovrebbe occupare un “mio” Avvocato,o un Collegio di Avvocati.
 
Mi indispettisce e provo vergogna per dei miei diretti e non,interlocutori  che si contorcono verbalmente e fisicamente per mostrare o imporre una loro versione che è vistosamente,da mè  percepita, come falsissima.
 
Sono un vecchio regista,che ha praticato alcune regie  liriche e di prosa e sia di balletto,ho professionalmente incontrato,discusso ed imparato da migliaia di registi,come nessun aiuto- regista abbia potuto fare,ho studiato il “corpo” (oggi,per i meno istruiti ,si intende anche la voce con tutto l’apparato fonetico )sia accademicamente,dal vero,disegnadolo con  il carboncino e lo sfumino, con i gessetti colorati,con quelli   di grafite nera,con la pittura ad acquarello,ad olio,a pittura mista,mosaico,a tempera,gouache.Come scultura,solamente  l’uso della creta,con  uso di varie forme di stecche per modellarla.
 
Oltre vedere e non solo guardare le forme, i valumi,ho approfondito gli studi sull’inconscio,sulle motivazioni che producono dei piccoli movimenti,o micro contrazione del corpo, involontariamente,o volutamente falsi.
 
I codici della gestualizzazione  quotidiana,ma anche,nella loro contestualità ambientale.Ancheil colore del viso,ha una tradizione di conoscenza : “sbiancato di paura,sei giallo di invidia,sei verde  dalla rabbia”,sei rosso per la vergogna,ma  pure quando di diventa aggressivi ).
 
La fonetica,che non è una funzione dell’uomo a parte, del corpo,ma come non tutti sanno,ma comunque narrano,(anche nella pubblicità televisiva di oggi )che è ha una funzionalità indipendente,ma invece fa parte come ho accennato precedentemente,rischiando  di apparire per molti, come quello che oggi ha scoperto l’acqua calda,ma una parte di un tutto e che non può prescindere dal “tutto” ,ma la cultura predominante ci narra che la Voce la cura l’Otorino-laringoiatra,ma cambian un organo, uno a casomentre la struttura ossea la cura  l’Ortopedico,ma se le ossa duolgono si telefona al Reumatologo,se le ossa hanno un tumore all’Oncologo,se si avvertono altri sintomi alle ossa,allora si telefona al Fisiologo,se non si risolvono i sintomi,al Radiologo con la Radiografia,la Ecofrafia,la Tac,la Risonanza magnetica,ma se non si riscontra alcun elemento determinante per continuare tutte le cure che gli sono state prescritte, il povero paziente si approccia ad un “guaritore”,ad un “mago”,spera ad un  miracolo.
 
La medicina Allopatica non produce miracoli,nemmeno le altre terapie e allora si ci rivolge ad uno specialista,forse a caso,e si ci imbatte con un uomo,preparato,serio,sempre informato,appassionato del suo lavoro ed azzecca una cura,ed risolve il nostro problema.
 
Un mio problema grave,credevo invalidante,che dopo anni di dolori e cure inefficienti,mi è stato risolto da un Dottore “Agopuntore” a Bologna.Sono passati circa 60 anni e la “Lombo-sciatalgia” è scomparsa,non credo ad un effetto Placebo,ne ad un  un miracolo,ne ad una auto guarigione,
 
Vi è una altra via,che scientificamente,non si può avvalere della ripetizione delle identiche strategie terapeutiche,che è la “Psicoanalisi”
 
Chi  della odierna  generazione e pure di quella passata,abbia subito da bambino,di essere messo in fila,insieme ad altre persone, (in braccio a mia Madre ), che erano gli abitanti di un paesino,credo che si chiamasse e si chiama, Belmonte Mezzagno,e camminare ai bordi di una  “trazzera”,come  succede a tutti  i  profughi e a gli sfollati  ed essere ripetutamente mitragliato da un Aereo militare straniero e quale Madre  ha coperto con il suo corpo il suo bambino da proiettili  militari ,in una  area di guerra ? E quale Nonna   (Giovanna,madre di mio Padre )di età,difficilmente da stabilire ,ne oggi ne ieri.Dal ricordo e dalle foto di quel periodo,si può identificare come una anziana signora con i  capelli brizzolati lunghi e raggruppati  in un “tuppo” dietro ed in basso  alla nuca,con un  vestito nero informe,occhiali  da vista,qualche ruga.Questa mia Nonna paterna,in quel momento tragico, “sotto il fuoco nemico “,senza esitazione, con un  salto da Soldato esperto,scavalca  un muretto e si ripara dagli spari.Tutto questo,evidentemente, mi venne raccontato da un testimone  credibile,che sarebbe stata  mia Madre,quando ero grandicello.
 
Oggi,le donne,le nonne di quella ipotetica età,non hanno i capelli brizzolati,non portano un vestito informe,e se assistiamo quando scavalcano un muretto,non ci facciamo nemmeno caso.
 
Nessuna  nonna di queste ultime generazioni,se salta un muretto con facilità,non lo esegue perché è mitragliata da un aereo militare,ma perché  è naturale farlo,a volte anche insieme alle sue nipote,per gioco.
 
Questa “energia nascosta” di mia nonna Giovanna,che è insita a tutti noi,la ho studiata  presso la  Università  itinerante  denominata  “ Scool  of  Theatre  Antrhopology“, diretta dall’Antropologo e Regista Teatrale  
 
 
 
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“Eugenio Barba” nel 1980 a Volterra che è stata la  Seconda Sessione,in Italia.La Sede è posta a  Holstebro in Danimarca.
 
Questa utilizzazione delle “energie nascoste”,si possono raggiungerle, attraverso un “Training” particolare,che  mi è stato utile,ma forse indispensabile,imparandolo, nell’ampliare  le capacità  espressive  dell’Attore per   le rappresentazioni Teatrali da me dirette.
 
L’approccio  per conoscere,per quello che mi è stato possibile,  il corpo dell’Uomo, attraverso lo studio presso il “Corso del Nudo” all’Accademi di Belle Arti,diretto dallo Scultore  Filippo Sgarlata ,dove i modelli nudi  erano :
 
dei giovani muscolosi, dei vecchi,delle vecchie,delle giovane donne,tra cui una incinta,grassi,grasse,magrissime etc.Ho disegnato tutte le tipologie  possibili  dell’uomo e della donna ed è continuato  presso l’Istituto d’Arte imparando  a modellare con la Creta dei busti di uomini e di Donne,con la guida dello Scultore Nino Geraci        e  dopo  presso il Liceo Artistico, ad imparare a  disegnare  i Visi  in gesso di copie di  monumenti famosi,e presso l’Accademia di Belle arti, mentre l’Anatomia dell’Uomo”,attraverso anche, con un supporto di vari elementi ossei, dal I Dottore/Professore,del quale   non ricordo il suo nome (forse Amato),ma ricordo che durante le sue Lezioni, le ossa le estraeva da un vecchio Baule di legno naturale chiaro e non verniciato.Questi particolari li ricordo ancora,perché mi appariva  troppo semplice e dozzinale l’aspetto  di quell’oggetto in quel contesto antico  e storico.
 
Dopo avere studiato la plasticità  del “Corpo umano”,che ha dei  limiti,se non si insegna e dunque non si impara a vedere la  sua “dinamicità” ,nell’essere  immobile,ed anche la  espressività interiore del soggetto osservato e studiato.
 
Il Professore,il mio Professore dell’ Accaademia di Belle Arti,Gino  Morici,è stato  il primo “Maestro” che  mi ha condotto con la sua preparazione  culturale e tecnica e umana,ma rigorosa,ad  risolvermi  dei  quesiti  che andavano oltre  un incontro di materia  prettamente accademica.
 
I nostri incontri avvenivano sia nell’Aula  dell’Accademia e sia  presso la Galleria d’Arte  diretta dal Critico d’Arte,Maria Poma Basile denominata “ Art Club”.
 
Un ricordo emblematico,è quello di una serie di  “Lezioni”,dove  io e alcuni miei compagni  di studi,eravamo credo cinque o sei,formando per  propria volontà di  volere  fare una esperienza ,che il Professore Morici ha  suggerito a tutti gli Allievi della Classe,che era quello di progettare una Scenografia suggerita ascoltando una canzone cantata da Ornella Vanoni ,che allora cantava canzoni della “Mala”,che aveva a che fare con le Carceri.
 
Dissi subito,andiamo a visitare il Carcere  Ucciardone.saggiamente mi disse il Professore,,che andare  a visitare un carcere,non è capire  quello che vivono i  carcerati dall’interno.Per fortuna capì il significato profondo di quella affermazione e mi servirono,anche,per altre opportunità.
 
Quei compagni che non aderirono  a quel gruppo di studi,ogni giorno rimanevano stupiti di quel percorso progettuale attraverso  l’ascolto di un disco.Hanno perso una grande occasione di apprendimento.
 
Quelli incontri  “a due”,attorno ad un tavolino tondo in una Galleria d’Arte,sono state  importanti ,come in tutte le occasioni di vita, se ogni uno di noi ne sa cogliere  gli elementi  importanti  per la costruzione del proprio percorso infinito  dell’apprendimento.
 
Mi parlava  e disegnava contemporaneamente su  qualsiasi foglio  di carta avesse sotto mano.Mi parlava del linguaggio dei segni,senza che allora  se ne parlasse,ai movimenti registici sul palcoscenico,evitando quelli  banali,mi descriveva la evoluzione dell’Abbigliamento,traducendolo  nella costumistica teatrale,mi informava sul valore delle luci in teatro.
 
Di una cosa era orgoglioso,stupendomi, di avere una tessera  di “ Sceff”, di cuoco e
 
vidi per la prima volta  una “Card”.
 
Aprì molto dopo, un ristorante in via Lincon,dove andai diverse volte,poi seppi che non andò bene e chiuse.
 
Era pure “Inventore”,brevettò un meccanismo da applicare  ai fari  anteriore delle automobili,che accesi come abbaglianti si modificavano come anabbaglianti,incrociando altra automobile ,provenienti in senso contrario.Pure il suo Assistente di Facoltà il Professore Pippo Spinoccia,che era uno Scenografo  milanese,mi ebbe  in simpatia e  mi mi faceva assistere  a delle prove presso il “Teatro  Bellini”,che era a quei tempi il  Teatro stabile di Palermo,che aveva come Direttore  Artistico   Franco  Parenti.( Pippo Spinoccia,ha progettato una Scenografia per uno Spettacolo in una  Stagione diProsa .
 
Ho  ottenuto  la ammissione al Centro Universitario  Teatrale  ( C.U.T. ) dove  ho  progettato una Scenografia  per  lo spettacolo  “ La cantatrice  calva “ di Eugenio Ionesco,per la regia di Antonio Marsala,presso la  sede che era presso il “ Teatro dei 172 ” in via Americo Amari,nei pressi di Piazza Politeama.
 
Ho pure frequentato come Scenografo il “ Teatro Garibaldi”, il Direttore Artistico era  Angelo Musco,successivamente mi sono trasferito  a Roma con altri due miei amici palermitani,che iniziavano  a  volere diventare,anche loro dei  pittori,credo  che uno si chiamasse  De Bonis.A Roma si viveva una  vivacità post-“Dolce vita” e noi,per non farci mancare niente,viaggiavamo,in Città, con una “Balilla” di colore nero e giallo e frequentavamo via Veneto e via Margutta,il Baretto dove si incontrava spesso Novella Parigini,i  bar  di Piazza
 
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del Popolo e le Gallerie d’Arte di via del Corso,abbiamo avuto incontri con  alcuni pittori  che  stazionavano a Roma.chi sa chi erano.
 
Mia cugina Roberta,romana,mi fece  visitare molti  luoghi,come le “Fosse Ardiatine”,Trastevere,l’Eur,il Cimitero Verano,alcuni Musei e tanti altri  curiosi e particolari  posti, come un Portale con un grosso buco di una serratura che  guardando dentro si inquadrava come in una foto, la Cupola di S.Pietro.
 
Tornando al “Linguaggo del Corpo”,compresi ed ebbi la occasione per  studiare  e approfondire il suo,dell’Uomo in generale e il mio,in particolare, mondo  infinito dell’Inconscio.
 
Le apparenze,le superfici,la  estetica,i codici rituali della comunicazione,sia nella vita quotidiana e sia nelle rappresentazioni Teatrali dell’Attore,il “Corpo e la Fonetica”,hanno e devono avere  due “Tecniche” separate. E distinte.
 
Per quanto riguarda  l’ Uomo,nella sua vita quotidiana ,entra in campo la Psicoanalisi,che è divenuto un argomento che mi ha interessato da molto tempo,credo che il primo “contatto” con essa, lo ebbi con la  Dottoressa Costa ( ? ),Psicanalista che sicuramente ricordo,che era stata Paziente/Allieva della  Psicoanalista Alexandra  Wolf  Stomensee,allieva di Sigmud Freud e fondatrice della “Scuola  Siciliana di Psicoanalisi”,e moglie di Giuseppe Lanza Tomasi di Lampedusa,il “Gattopardo”.
 
Per quanto riguarda l’Attore,l’incontro con Eugenio Barba,Antropologo Teatrale e Regista è stato determinante per avere acquisito,tra i primi registi  di Teatro sperimentale in Italia,le “Tecniche  Extraquotidiane”,essendo stato selezionato a frequentare  la “ International School of Theatre Anthopology” ,ISTA.fondata dallo stesso Barba  a Holstebro in Danimarca.
 
Il mio interesse,tra il “percepito” e l’Inconscio è stato ed è il più preminente,e lo ho nutrito,con studi teorici e pratici,con  la frequentazione diretta con  Istituzioni,come l’Università di Messina,l’Istituto Riza a Roma,il Corso  “Una finestra sull’uomo” a Torino,a Palermo con il Centro Teatro Danza,con Hal  Yamanouchi e tutti gli  altri incontri  professionali  e privati che sono avvenuti con personalità di tutte le Nazioni,per le mie attività sempre nel campo dell’Arte e soprattutto dello Spettacolo,che posso calcolare sino  dagli inizi degli anni ’60,ininterrottamente,o quasi,sino ad oggi,che evidentemente,non posso ricordare i nomi di tutti,ma sono nell’ordine di  migliaia,come luoghi :il  Teatro Massimo,Teatro Biondo,Orchestra Sinfonica Siciliana,Gallerie d’Arte.Credo che abbia incontrato,non occasionalmente,ma professionalmente con ruoli non marginali,i più  importanti e non,  Artisti  di qull’arco di  decenni  che hanno  vissuto e segnato la  storia  della cultura  e dell’Arte nel mondo. ( i più importanti,sono citati nel mio Sito “Sergio Rubino,Regista ,Scenografo,Costumista su Googol “).
 
La mia vita professionale,come tutti nel mio campo sanno ,con ruoli  e livelli diversi,è  documentata da  Atti Ufficiali a da  “servizi” e cronache sulla “Stampa” e Televisione.Le foto,sono tantissime,mi diverte  ricordare che sono apparso fotograficamente  mentre quido un “Go-kart” in una pista e in “prima pagina sul Quotidiano  “l’Ora” mentre in Smoking accedo in compagnia di una mia amica ad una “Prima” del Teatro Massimo,ed sul “Giornale di Sicilia”,con due foto e cronaca di una festa a casa mia,per festeggiare  l’ingresso,come allievo,presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo.
 
Sembra,anche a mè,quasi impossibili,ma sono documentazioni  che rimangono non solo nella memoria ,ma anche negli archivi sia privati  che pubblici.
 
Scrivendo queste ultime righe,mi viene in mente,che per un lungo periodo io e il Direttore degli Allestimenti Scenici,avevamo la sera delle “Prime” l’obbligo di indossare lo  “Smoking”,anche se ufficialmente non avevamo nessun contatto con il Pubblico e con la “Sala”.
 
In verità,sia io che il dott.Carollo,alle “Prime”,nella Sala e nei Palchi,andavamo a “ricevere” degli  ospiti,e tutti  gli spettatori  uomini indossavano un rigoroso Smoking,com oltre noi “ Funzionari”,alcuni Dirigenti,come il
 
Sovrintendente,il Direttore Artistico,il Segratario  Generale,il Sindaco che era per diritto di Legge Nazionale, la Legge 800,il Presidente del Teatro Lirico,come in tutti i 12 Enti  Lirici d’Italia.
 
Un “cavaliere” che abitava con la moglie,nel condomio di via Pipitone Federico,dove abitavo anche io,con mia Madre,si presentò all’ingresso della  Sala del Teatro Massimo al cospetto del Direttore di Sala,Sig, Molinelli,che scrutava attentamente tutti e tutte,la gente che vi accedeva e vide che questo “rivoluzionario” spettatore,indossava  una giacca di velluto colorata e non indossava il cravattino a farfalla nero,il “Papillons”,ma una camicia con il colletto “alla Coreana”.Giustamente,nel suo ruolo,non vide il classico abbigliamento e non essendo uno esperto di moda,proibì il suo ingresso.Assistetti a questo evento,perché ero  rigorosamente ed elegantemente vestito,come da “contratto”.
 
Un giorno,in via Ruggero VII°,ho incontrato un anziano artigiano,di mia conoscenza e in conclusione dell breve chiacchierata mi disse: “ professore Rubino,mi fa vedere uno spettacolo al Teatro Massimo ?” ed io risposi,immediatamente: “certamente ,quando vuole ! “.mi rispose sorridendo : “ se vengo, mi devo mettere la giacca al contrario,così la seta lucida nera fa elegante e non sfiguro”.
 
Come “suddito” di una Monarchia,come abitante di una via,anzi di un Corso Camillo Finocchiaro Aprile,già Corso Olivuzza,come “bambino prodigio”,che ad età pre-scolare,individuai  un bandito ricercato,pure
 
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dall’Esercito,come  aspirante pittore,dopo pittore,dopo scenografo,costumista dopo ancora  regista.ancora dopo pensionato,adesso scrivo col Conputer,ed ho iniziato con il “Pennino  e la Asticciola,il Calamaio,l’Asciuga pennino,la Carta assorbente,la Gomma-dura per cancellare,la Cartella di “Fibra”,(era un materiale che anticipava la “plastica” ).La  scuola  Elementare “Luigi Capuana” dove la mattina,quando mi avviavo per imparare nella stessa via,sul marciapiede di fronte,transitavano lentamente una mucca e un lattaio e vendeva alle donne che porgevano dei piccoli recipienti,il latte ed in via della Libertà ,nei pressi di Piazza Politeama,attraversavano,spesso e lentamente,forse tutte le mattine, un gregge di pecore,che andavano,nelle loro stalle che  immaginavo che ubicate nelle vicinanze, da qualche parte.La via Goete,camminando  a piedi si respirava un odore di “Biada”,era una via,quasi completamente al servizio dei bisoggni dei Cavalli.Vi erano numerose botteghe che vendevano Fieno,Biada,che sistemavano gli zoccoli,vendevano i “ ferri da cavallo” li sostituivano,come in una attuale Officina per le Automobili.I Cocchieri indossavano una Gabbanella grigia ed un cappello con visiera lucida e rigida,come gli Autisti dei Taxi di un tempo.Perchè i segnalatori di direzione delle automobili si chiamano “Frecce” ?,perche le automobili di” un tempo”,possedevano dei segnalatori di direzione,che erano dei piccoli “scatolati “ di metallo a forma di freccia,con un vetro colorato di rosso ed una lucetta interna e si manovravano,con una levetta,posizionata nel Cruscotto,che la alzava o la abassavao,a secondo delle esigenze, con una  sottile cordicella interna.
 
Questa  “Freccia”,era molto fragile,ed quando era alzata,spesso veniva “investita “ da qualche pedone distratto.
 
Sulla “Targa vi erano fissate  a contatto tre luci,una bianca per illuminarla,un gialla,che indicava,credo,il cambiamento di direzione e la rossa, la frenata.
 
Come automobili antiche ho guidato:la Topolino,la Balilla,la 500,la 2000 Lancia b 20,(a 6 cilindri),l’Ardea,la 600,la Binchina,la Giulietta  Spyder 1200,La Giulietta Berlina,come motociclette ho guidato  solamente la Ducati Scambler 200 e sicuramente qualche biciclettina.Da piccolo, ho guidato delle pesanti automobili  di legno con il movimento a pedali,che si affittavano a tempo,presso il “Giardino Inglese”.
 
Credo di avere fatto,nel 1960, il primo viaggio aereo per Roma, con un Dc 7 Alitalia,che era un  “quadrimotore” ad elica ,dal’Aereoporto di “Punta Raisi”.
 
Mi ricordo un volo per Roma,non era un periodo pioneristico,ma atterrati come  “ scalo tecnico ” all’Aereporto di Bologna,l’Aereo, veniva invertita la “rotta” ,da fermo e sulla Pista,da circa quattro   addetti,in tuta,che lo spingevano  per le ali.
 
Quando iniziarono ad entrare in uso i piccoli aerei  denominati “Fokker”,si ebbe un un vantaggio per raggiungere  degli Aeroporti  regionali,ma quando iniziarono a precipitare,qualche timore ad utilizzarli  è apparso.Dopo poco tempo,infatti,i  loro voli sono stati sospesi.
 
La “Tratta” Palermo Catania,era sempre comoda,ma disagevole,i vuoti d’area,le turbolenze erano continue e ci mettevano  a noi passeggeri,sempre un poco di anzia.In un viaggio con un funzionario della Rai siciliana,un mio amico,non scriverò il suo nome,oggi è in pensione.In uno di questi voli da brivido,si alzò,si piazzò  nel “corridoio” e iniziò ad urlare disperatamente: “ che succede,che succede “.guardando in tutte le direzioni,aumentando il panico generale ed pure, qualche sorriso
 
Tanto per chiacchierare (con me stesso)in un volo Roma-Senigallia,sempre con un Fokker,trascinai un mio compagno di viaggio,che avrebbe preferito usare il Treno,ma lo convinzi.Era notte,e l’Aereoporto di Roma era completamente vuoto ed illuminato da una luce livida di alcune lampade al Neon.avanzavamo nel silenzio,Francesco mi seguiva a testa bassa,arrivati in uno spazio grande e vuoto,dove al centro di esso vi era posto un piccolo  tavolino e seduta,dietro,una Hostess,con  la sua divisa,quasi immobile, e le chiesi quando saremmo arrivati a Senigallia ? Lei mi rispose,in un modo Teatrale,con un tono basso e senza quardarmi negli occhi: “ se arrivate !”. E’ stato un momento tragico,per il mio amico Francesco e per mè un
 
momento surreale,da Film  della paura.Avanzammo verso il piccolo Aereo,silenziosi,ma il viaggio è stato  tranquillo e senza momenti di tensioni.
 
L’Aereoporto di “Punta Raisi” e stato importante,anche per noi che ci occupavamo d’Arte,in quasi una ora si andavano ad assestere Spettacoli teatrali.Ricordo di avere assistito   al “Teatro  Tenda “ a Roma,l’ultimo spettacolo di Vittorio Gasman ( ma era una bugia strategica )dal  titolo “Sette giorni all’asta”,a Piazza Mancini.Quel giorno,in prima fila vi era Alberto Sordi,continuai  nel tempo ad assistere ad altri  spettacoli,e pure  presso il “Teatro Tendastriscie” ( I colori erano rosso e blù),sempre a Roma.
 
A Mondello “appiccicato “alla Villa dove abitavo con la ex moglie, vi si piazzò la Tenda del  “Teatro Popolare Italiano”, TPI, diretto da Vittorio Gasman,a metà degli anni ’60.mettendo in scena l’Adelchi,di Alessando Manzoni.Tutta la loro Compagnia,compreso Gasman,si muovevano a Mondello,a piedi o usavano gli Autobus di Linea. Indossavano una tuta di colore grigio con sul petto  l’Acronimo colorato TPI .
 
Subito dopo, lo sostituì e per molto tempo, il teatro dialettale dei “Zappalà”,che era una alternativa,per noi “mondellani”, per passare le serate alla visione dei Film,presso l’Arena “ La Sirenetta “ a Valdesi ( Mondello ).
 
All’ingresso  dell’Arena,vi era una bancarella di “scaccio”,noccioline,semi di melone salati,ceci, e il venditore era  un uomo di mezza età,un poco stempiato ed aveva l’occhio sinistro ceco e strabico.
 
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Per molto tempo esponeva,timidamente,tra la merce da vendere, dei propri disegni realizzati con le “penne a sfera” di diversi colori,su piccoli fogli di carta bianca,erano fantasiosi,se non ricordo male,se ne occupò il “Gionale di Sicilia”.
 
A Piazza Valdesi  a  Mondello,vi era un Bar, Il “Bar del Sole”,che era un punto di ritrovo per tutta la mia generazione degli anni ’60,soprattutto in estate.Era una moda,una meta obbligatoria  che noi giovani,ma non solo,ci amavamo  riunire il luoghi all’esterno,come a Parigi,a Piazza del Popolo a Roma,in via Veneto,nella Piazzetta di  Capri,al “Bar del Viale” a Palermo etc.Ritornando a Mondello,in quel Bar,lo descrivo da Costumista,transitavano e occupavano i tavolini,dei ragazzi che avevano conquistato un impiego,che era  nella maggioranza dei casi,”il posto fisso in banca” e così erano abbigliati:Giubotto di antilope colore sabbia,occhiali a goccia,forse un fazzoletto al collo,e una radio portatile sotto l’ascella sinistra e al braccio destro la loro “fidanzata ufficiale”le scarpe erano le polacchine scamosciate, i capelli non troppo lunghi e curati.Le “fidanzate” erano,abbastanza curate,scarpe con il mezzo-tacchetto,le gonne  sopra il ginocchio,camicette,i capelli acconciati,anche con qualche ricciolo reso artificialmente,ed anche si usavano   a portare  ciuffi di capelli finti, i “toupé”.I 45 giri  diffondevano dal “ Juke-box “ la voce di una cantante dal nome inimmaginabile, “Mina”, soprattutto per noi palermitani, che quella parola,per il nostro linguaggio, si riferisce al verbo che esplicitamente incita alla masturbazione ed era  anche un nome solo,se quello sarebbe un nome,e il cognome quale sarebbe?,questa è una domanda che si estende per tutta l’Italia. Allora il vestiario non aveva una connotazione politica,almeno per mè,ma un elemento personale,che però si usava per  rientrare in  un immaginario “girone” di cui piaceva appartenere.
 
In quella piazza,ci conoscevamo per il tipo di automobile che  possedevamo.Nelle presentazioni,capitava spesso,di sentirsi dire” si, ti conosco ( ! ),guidi una “Mini-minor” oppure una fiat 500,oppure una Mercedes.Ci riconoscevamo per l’automobile che possedevamo in quel momento.
 
Tutti,in quel periodo storico,(ma tutti i periodi sono storici),aspiravamo ad guadagnare dei soldi,ogni uno credo,con le proprie e individuali aspirazioni ad associarli al denaro allora alla”Lira”.
 
L’Arte non era una motivazione diffusa per aspirare al proprio sostentamento.Nessun mio conoscente  del “bar del Sole” si è occupato di Arte.Dopo la frequentazione del Liceo Artistico,alcuni miei amici si interessavano all’arte.Nel 1961,gli Allievi dell’ultimo anno dell’Accademia di Belle Arti erano  quattro ,tre maschi e una donna.
 
Quando,agli inizi degli anni ’80,cercai di avere uno spazio per svolgere una attività teatrale,conobbi un proprietario di un magazzino,e gli chiesi di non esagerare nel costo dell’affitto,perché non avrei svolto una attività commerciale,ma una culturale.Lui mi ispose: “ma na pigniata chi ci cali a cultura ?” Rabbrividì,non era il “mio” giusto “padrone di casa”.Sbagliavo,è stato invece, un “padrone di casa” tra i migliori che ho incontrato,comprensivo,non attaccato al “mio” danaro,paziente.Una delle poche volte che ho sbagliato nel “giudicare”una persona,anche se avessi motivi per pensarlo,nel senso negativo.
 
Ho vissuto,nella maggiore parte della mia esistenza in raggruppamenti di persone di  diverse professioni,come  il personale addetto alla puliza,i ragionieri,i registi,i portinai,gli attori,le guardie giurate,gli usceri,i cantanti lirici,i musicisti,i pompieri,i suicidi,i sindaci,i presidenti di regione e di provincia,gli autisti.
 
Tutte questi mestieri,tutti questi incarichi pubblici ed altro, che ho citato,evidentemente parzialmente,hanno riempito,incontrandoli non casualmente,le mie ore  di vita, vivendo nelle stesse Aziende,Enti,Associazioni,con le stesse finalità per portare,ogni uno,nel suo ruolo e dentro una stessa “bolla culturale”,ad apportare la crescita di una Società civile e colta.
 
La cultura,come ancora oggi,si vuol fare passare da una parte della società che fatica ad essere partecipe alla loro crescita,dando sempre la colpa solamente agli altri,ma la vita non ci regala nulla,dobbiamo conquistarla ora per ora,minuto per minuto.Naturalmente,queste disuguaglianze,possono essere valutate,da diversi punti di vista come quella politica,della scienza,della religione,dell’arte,della antropologia,della sociologia.Chi è bravo riesce a fare emergere,momentaneamente, una teoria sulle altre,ce le inventiamo tutte da 200.000 anni,che non significa che non bisogna credere a nulla,al contrario,bisogna credere a tutte le cose che crediamo individualmente e collettivamente “usando” e comprendendo,anche le nostre debolezze,oltre che alle nostre forze.
 
Oggi,nel 2024,gli “artisti” sono spariti,ma non solo a Palermo,ma in tutto il mondo.Le cronache,almeno le cronache, sono anche  sparite in tutte le Reti televisive,anche nei quotidiani nazionali e locali,non vi è un dibattito sull’Arte,ma anche qualche informazione di qualche rilievo culturale, europeo ed olte.Dopo la mezza-notte,facendo “zapping” si becca,in  qualche canale sconosciuto, alcune informazioni  su accadimenti   artistici di rilevanza internazionale,con approfondimenti,a volte,interessanti.
 
Non posso non rilevare,che in queste  ultime “campagne elettorali”,intendo in questi ultimi  anni ,nessun partito,nessun “candidato”,ha portato in evidenza il suo supporto all’Arte.Vuole dire che l’Arte non porta voti,la cosa è tragica.A i  cittadini,non importa nulla della cultura? Credo e spero, che non sia così.
 
I turisti,nel mondo,cosa vanno a visitare ? gli Studi notarili,le case dei bancari,i centri elettorali dei partiti,le camere da pranzo degli onorevoli.Quando divento turista e viaggio,cosa mi fanno visitare,i Comuni,le
 
 
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Città,certamente i luoghi,le cose che hanno una attinenza con l’Arte e alla cultura.I Musei,le Chiese storiche, i palazzi progettati da illustri Architetti,vie Monumentali,Panorami iconici,i Teatri,gli Auditorium ed altro,ma io sono un turista particolare,come moltissimi altri,che professionalmente e per “istinto” amiamo  le rappresentazioni artistiche,ma non sono un “tifoso” patologico,che ama  solamente questo argomento,visto esclusivamente da un punto di vista storico-artistico,ma sono interessato,come si può evincere dal mio “Curriculum”, anche a  ” tutte“le manifestazioni” dell’ Uomo, cercando  di comprendere le “tecniche” che portano alla sua creatività,come nelle “rappresentazioni  Teatrali  e alle improvvisazioni della vita quotidiana  sia attuale e sia nel passato.
 
Purtroppo,in questi ultimi tempi l’analfabetismo,in generale è rilevato statisticamente che è  in un aumento  esponenziale,  dove tutti gli incolti sono abbastanza  rabbiosi,per  non potere o non essere capaci di confrontarsi,professionalmente o verbalmente con i nemici “colti”.
 
Tutto questo è un grande dramma esistenziale ed umano,che si espande sempre di più,giustificandolo,spesso,come uno  scontro politico-ideologico e/o di  religioni.  
 
 
 
Sergio Rubino
 
 
Sabato 6 luglio 2024     Ore 10,59
 
 
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